Oggi parleremo del colloquio di lavoro negli USA.
Se – in agenda – è segnata una call conference con dei candidati, i reclutatori europei dovrebbero conoscere qualche importante differenza tra un colloquio di lavoro european style e uno statunitense.  Nonostante la loro esperienza, i datori di lavoro formati in ambito europeo, o ovunque al di fuori degli Stati Uniti, si renderanno presto conto che il reclutamento, e soprattutto il colloquio di lavoro negli USA, hanno caratteristiche molto diverse da quelle conosciute e applicate in Europa.

Partiamo dalla considerazione più importante: quello che molti cacciatori di teste non sanno è che c’è un lungo elenco di domande che è vietato porre durante un colloquio di lavoro negli USA.

Negli Stati Uniti, l’Equal Employment Opportunity Act (EEOA) vieta ai datori di lavoro di porre domande durante un colloquio che possano portare a discriminazioni o addirittura ad apparire come tali.

Può sembrare abbastanza semplice, ma alla fine significa che i datori di lavoro devono astenersi dal fare domande che possono riguardare uno qualsiasi dei seguenti aspetti: età, razza, etnia, colore, genere, sesso, orientamento sessuale/identità di genere, paese di origine, luogo di nascita, religione, disabilità, stato civile o familiare, gravidanza e, in alcuni stati, storia salariale.

Questo può essere particolarmente difficile una volta che il reclutatore è già a buon punto nell’intervista perché alcuni di questi sono argomenti sono praticamente standard in un colloquio, ad esempio, in Italia. Quante volte si è parlato di storia salariale? Oppure quante volte le domande si sono concentrate su aspetti quali l’età dell’intervistato e/o della sua situazione familiare, come ad esempio “Lei ha figli? Quanti anni hanno i suoi figli? Per quale motivo intende cambiare lavoro a soli 8 anni dalla pensione?” etc…

Bene. Durante un colloquio di lavoro negli USA queste domande sono vietate.

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La strategia per porre domande durante un colloquio di lavoro negli USA

La migliore strategia per evitare guai e/o problemi legali è determinare in anticipo le domande che aiuteranno maggiormente il datore di lavoro a prendere una decisione di assunzione nel corso di colloquio di lavoro negli USA.

Un altro consiglio prezioso è mantenere le stesse domande per ogni candidato che viene intervistato per una specifica posizione lavorativa; in questo modo sono più facili da confrontare.

Quando si intervista qualcuno negli Stati Uniti, è essenziale non lasciare che la curiosità abbia la meglio! Ad esempio, invece di chiedere a qualcuno da dove viene, è molto meglio chiedere se è idoneo a lavorare negli Stati Uniti e se può fornire la documentazione di idoneità. Infatti, i nuovi assunti sono ora tenuti a compilare il modulo I-9 per confermare di essere legalmente idonei.

Inoltre, in un colloquio di lavoro negli USA, è vietato chiedere se il candidato possiede la casa in cui vive o se paga l’affitto, né si può chiedere con chi o con quante persone viva.
Piuttosto invece, è ammesso chiedere da quanto tempo vive all’indirizzo attuale.
Per alcuni datori di lavoro, a seconda della mansione ricercata, conoscere la lingua madre del candidato può essere rilevante per l’idoneità di quest’ultimo a ricoprire la posizione lavorativa. Purtroppo, i datori di lavoro non possono richiederlo, ma possono in alternativa chiedere quali altre lingue sono in grado di parlare, leggere o scrivere fluentemente.

Le domande generiche durante colloquio di lavoro negli USA

Una domanda generica che è possibile tenere nel repertorio delle domande ammesse è: “Ha mai lavorato con un altro nome?” in questo modo è possibile scoprire se il candidato ha una reputazione lavorativa precedente senza toccare il tema del matrimonio. Sempre in relazione al tema della reputazione, chiedere al candidato se sia mai stato arrestato potrebbe essere particolarmente grave. Soprattutto se il candidato non è stato condannato o se l’informazione non è particolarmente pertinente alla descrizione del lavoro.

Per evitare, in un colloquio di lavoro negli USA, una domanda diretta sull’età, si potrebbe ritenere ragionevole chiedere in che anno un intervistato si sia diplomato al liceo, tuttavia è anche proibito. Se l’azienda ha un requisito di età minima, come è comune in alcuni settori, è considerato accettabile chiedere ai candidati se hanno più di quell’età specifica.

Le domande dell’intervista che si riferiscono a piani familiari di qualsiasi tipo sono illegali perché storicamente sospettate di mantenere uno squilibrio di genere nella forza lavoro. Ad esempio, alcuni datori di lavoro preferiscono non assumere donne per questioni di congedo di maternità o assistenza all’infanzia. La legge nega ai datori di lavoro di prendere decisioni di assunzione sulla base di questo tipo di informazioni personali.

Un’altra domanda problematica a questo proposito è chiedere se il candidato può lavorare nei fine settimana/di notte perché può essere visto come un tentativo per evincere informazioni sullo stato di famiglia. Pertanto, anche questo tipo di domande dovrebbe essere evitato.

E’ chiaro ora come sia estremamente diverso un colloquio di lavoro negli USA da uno in Europa? Ma non finisce qui. Anzi.

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Il tabù delle domande sulla salute e sui soldi

Un altro aspetto dello status del candidato che potrebbe interessare il datore di lavoro è la sua salute. Sebbene non si possa negare l’importanza di sapere se un candidato è in grado di svolgere i compiti richiesti dalla descrizione del lavoro, non è possibile chiedere se è in buona salute, né porre domande in relazione ad altezza, peso o qualsiasi altro dettaglio relativo alle capacità fisiche o mentali.

È invece possibile chiedere se il candidato sia in grado di svolgere le funzioni essenziali descritte nella posizione lavorativa senza accomodamenti ragionevoli e se può farlo bene e in sicurezza. Queste sono entrambe questioni legali.

Infine, nella speranza di vietare la discriminazione salariale basata sul genere, alcuni stati, durante un colloquio di lavoro negli USA, hanno posto il veto ad alcune domande relative allo stipendio. Anche se tali divieti non fossero applicabili nella situazione concreta (perché il colloquio e/o la posizione sono in un altro stato), la soluzione migliore è evitarle del tutto.

Si dovrebbe, in alternativa, informare in anticipo il candidato sugli stipendi per una determinata posizione in modo da poter confermare se è ancora interessato al lavoro in discussione.

Il trade off tra individuare i migliori talenti e mettere a rischio la propria azienda

Tutti i datori di lavoro desiderano attrarre i migliori talenti e che le competenze e le persone giuste facciano parte della loro azienda. Tuttavia, nel corso di un colloquio di lavoro negli USA, ottenere le risposte desiderate potrebbe mettere a rischio l’azienda. Si, perché se una domanda è illegale, chi la subisce potrebbe, oltre a rifiutarsi di rispondere, adire ulteriori azioni contro chi l’ha posta. Cioè l’azienda. Attenersi invece ad un copione predeterminato può essere vantaggioso. Il motivo? Il copione– se costruito per non chiedere nulla di troppo personale – aiuterà a ottenere (quasi) tutte le risposte.

Per ulteriori informazioni su cosa è legale chiedere e sulle domande invece non ammesse riportiamo un documento, molto interessante, ricco di indicazioni e di esempi, della Yale University.

Se state pensando di assumere personale negli Stati Uniti vi consigliamo di raccogliere il maggior numero possibile di informazioni su questa importante questione, possibilmente avvalendovi dei consigli di consulenti specializzati in diritto del lavoro statunitense.

Noi di GenUSA siamo in grado di aiutare le imprese a muoversi agevolmente nel mondo delle risorse umane in America. Qualora avvertiste la necessità di capirne più in dettaglio i meccanismi (e, soprattutto, le opportunità in esso nascoste) vi invitiamo a contattarci per una chiacchierata con uno dei nostri esperti.

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Grazie all’esperienza pluriennale, alla conoscenza del mercato e alla presenza in loco, Gen USA è in grado di supportare in ogni istante le aziende interessate ad avviare una propria attività negli Stati Uniti.
In particolare, le risorse presenti sia in Italia che negli USA, eseguono per conto delle aziende clienti alcune delle attività che risultano essere indispensabili per avviare un’attività negli Stati Uniti. Ad esempio:

  • individuazione e selezione degli incentivi in italia e USA per far fronte agli investimenti necessari per dare vita al progetto,
  • costituzione di un soggetto giuridico negli USA,
  • acquisizione delle licenze e dei permessi richiesti per avviare l’attività,
  • supporto nel processo di certificazione di macchinari,
  • impianti o singoli prodotti,
  • definizione degli uffici legali ed operativi,
  • supporto nelle pratiche per la richiesta di visti di lavoro per il trasferimento di personale dall’Italia,
  • ricerca di personale locale negli USA,
  • e molto altro ancora…

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